Le malattie dei pesci d’acquario

Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinario

Occhio allo stress

Nonostante comunemente si dica “sano come un pesce”, questi straordinari animali si ammalano al pari degli altri esseri viventi. Spesso ciò si verifica a causa di una serie di problemi che porta a una situazione di stress più o meno prolungata.

Qualsiasi fattore negativo che altera l’equilibrio dell’organismo del pesce, infatti, all’inizio provoca una reazione di adattamento. Dopo questa prima fase si verifica inevitabilmente una proliferazione di microrganismi che in condizioni normali sarebbero innocui.                   

Debilitati

Le malattie dei pesci d’acquario nella maggioranza dei casi sono legate alle condizioni dell’ambiente in cui sono ospitati, cioè a errori di allevamento. In secondo luogo esistono malattie infettive virali e batteriche, malattie parassitarie e altro.

Già quando noi acquistiamo un pesce in un negozio specializzato dobbiamo tener presente che spesso l’animale ha sopportato diverse ore di trasporto. Questo fattore, come anche il cambiamento brusco di ambiente, è un aspetto da non sottovalutare. Lo shock termico (aumenti e diminuzioni improvvise della temperatura della vasca) e l’accumulo delle sostanze di rifiuto che si concentrano nello spazio ridotto in cui vengono confinati questi animali durante il trasporto possono debilitare fortemente i pesci.

Per questo motivo è consigliabile far abituare gradualmente i nuovi esemplari  alle condizioni dell’acquario a cui saranno destinati.

Aiuto, non respiro!

La carenza di ossigeno può comparire in acquario per diversi motivi:
sovraffollamento, alimentazione in eccesso, filtro sporco, temperatura troppo elevata dell’acqua (come si verifica spesso in estate senza i dovuti accorgimenti). Nei pesci giovani tale carenza può provocare delle malformazioni, ma di solito si può riscontrare in tutti una respirazione affannosa e perfino la morte dei pesci nei casi più gravi.

E’ fondamentale ricordare che solo in presenza di valori di ossigeno elevati, i batteri normalmente esenti nell’acquario (Nitrosomonas sp., Nitrobacter sp. e altri), possono rendere meno tossica l’ammoniaca espulsa dai pesci.

Temperatura costante

Per quanto riguarda le errate condizioni di allevamento bisogna considerare principalmente dimensioni della vasca e qualità dell’acqua. Ogni animale infatti ha bisogno di uno spazio dove vivere e nuotare. Esistono notevoli differenze da specie a specie. Per esempio, gli esemplari che vivono in branchi hanno minori esigenze di  spazio rispetto ad un grosso ciclide africano.

Comunque  è buona norma considerare in media 2-3 litri di acqua per ogni centimetro di pesce ospitato nell’ acquario. Il sovraffollamento infatti induce carenza di ossigeno, eccesso di sostanze di rifiuto e di solito porta a morte gli individui più deboli.

Come già detto, estremamente dannosi per i pesci sono gli sbalzi di temperatura, sia aumenti che diminuzioni. In particolare con l’abbassamento della temperatura la digestione è rallentata, con un’eccessiva permanenza nell’intestino di cibo non digerito, con conseguenti infiammazioni intestinali.

Avvelenati

Le sostanze  maggiormente dannose per i pesci sono il cloro e i nitriti. Il primo causa un avvelenamento che si manifesta con movimenti tremolanti dei pesci, branchie pallide e in seguito cessazione della respirazione e morte.

A questo problema si può ovviare usando degli appositi prodotti che lo rendono innocuo. I nitriti invece sono estremamente pericolosi e causano gravi morie di pesci anche a distanza di tempo dalla loro eliminazione dall’acqua del nostro acquario.

A pois

Le malattie da funghi, dette anche micosi, possono essere esterne o
interne. Le prime sono causate da Achyla e Saprolegniaspp., miceti tipici abitanti di ogni acquario, che sono pericolosi solo in presenza di condizioni scadenti dell’acqua o sovraffollamento, infatti il fisiologico strato di muco che avvolge i pesci sani ne impedisce la colonizzazione. Un particolare tipo di parassita causa la “malattia dei puntini bianchi” o più semplicemente “ictio”.

I pesci colpiti inizialmente non manifestano lesioni evidenti, ma appaiono nervosi, talvolta con nuoto a scatti, e, di tanto in tanto, si sfregano contro l’arredamento dell’acquario. Dopo qualche giorno compaiono puntini bianchi o grigiastri sul corpo e sulle pinne, della grandezza di una capocchia di spillo.

Pinne sfilacciate

Per quanto riguarda le malattie virali che possono colpire i pesci la principale è l’infezione da linfocisti. Questa colpisce soprattutto i pesci stressati, malnutriti e deboli a livello di pinne e corpo.

Le malattie batteriche possono essere da sole la causa scatenante di una patologia o rappresentare solamente una complicazione della malattia iniziale. Spesso si manifestano con lesioni simili, anche se il trattamento è diverso. Il più comune segno di batteriosi è rappresentato da aree arrossate sulla superficie corporea oppure da sfilacciamento e progressiva erosione delle pinne.

Altre volte, se si verifica anche il coinvolgimento delle branchie (con respirazione affrettata e difficoltosa) e degli organi interni, si può evidenziare un aumento di volume dell’addome, fino al sollevarsi delle squame, dovuto alla perdita di contatto fra i tessuti sottostanti.

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