Il gatto e la vita di città

Basta osservarli per un momento e non possamo fare a meno di richiamare alla memoria un documentario sulla natura africana. Il micio si muove infatti con la stessa circospetta grazia di una tigre o un leone, recuperando il ruolo di predatore che la vita domestica non è riuscita a soffocare.

Dott.ssa Silvia Diodati – Medico Veterinario

Una comunità felina in città

La gente di città, spesso, non riesce ad immaginare quanto utile possa rivelarsi la presenza di una piccola comunità felina, quando ci si trova in un ambiente come quello di campagna, un territorio che, per natura, è l’habitat di roditori, serpenti ed altre bestioline nocive che vengono attratte dalle attività umane.

Tutti sanno che gli antichi egizi cominciarono ad addomesticare i gatti proprio per difendere le scorte di cereali dalle insidie dei topi e dei ratti. E’ quella che gli scienziati di oggi chiamerebbero una “soluzione ecologica”, ossia l’utilizzo di un elemento naturale per contrastarne un altro.

Il gatto un amico dell’uomo

Da allora sono trascorsi migliaia di anni, durante i quali il micio si è fatto apprezzare per moltissime e svariate virtù, prima fra tutte quella di essere un compagno discreto e amorevole. Ma il felino non ha mai smesso del tutto di affrontare i roditori con tenacia e astuzia dimostrate già ai tempi dei grandi faraoni.

Ancora oggi, insomma, le case di campagna possono contare sull’aiuto invisibile ma fondamentale delle comunità feline. Esse pattugliano giorno e notte (anzi, soprattutto dopo il calar del sole) i silos, i granai, i fienili, le dispense, le cantine e le stalle, tenendo a bada il loro naturale nemico: il topo.

E’ una guerra fatta di agguati silenziosi, di rincorse fulminee e attese snervanti, condotta in luoghi bui, lungo passaggi insidiosi, cunicoli o grondaie. Senza la presenza del micio, occorrerebbe rivolgersi a trappole e veleni, dato che una sola coppia di topi può mettere alla luce circa ottanta cuccioli in un anno, i quali sono pronti a moltiplicarsi in breve tempo.

Il gatto di campagna è un animale libero, fiero e risoluto, spesso piuttosto diverso dal micio metropolitano, perfino da quello che vive semirandagio, magari adottato da un condominio o da frequentatori di un giardinetto. Certo, anche la vita dei gatti cittadini è avventurosa e difficile, ma lo è spesso in maniera sofferta e un po’ meschina, quasi un’esistenza rubata. In campagna, al contrario, il felino si trova nel suo vero ambiente naturale, a volte anche crudele. Ma è pur sempre un mondo in cui egli è il re e che, al giorno d’oggi, può ben considerarsi un piccolo paradiso terrestre.

Il cucciolo campagnolo apprende molto più in fretta rispetto a quello di città.

Questo perché l’ambiente gli consente di entrare in contatto con tanti stimoli diversi, essenziali per l’esperienza. Anche se il gatto casalingo fa una vita tutto sommato comoda, entra e esce quando vuole dalle cucine, va a procurarsi la dose di carezze quotidiana e in qualche modo trova sempre una ciotola di cibo a disposizione.

Si può dire che la vita del micio in campagna sia tra le migliori in quanto ha a disposizione tutto un universo fatto di esplorazioni e avventure. La campagna, infatti, è un mondo ricchissimo di sorprese, di luoghi misteriosi, di zone un po’ pericolose, tutti ingredienti che eccitano l’animo intraprendente del micio e arricchiscono la sua vita in maniera decisiva. Purtroppo nulla a che vedere con gli appartamenti di città.

Cacciatore o Poltrone?

Perché non si può davvero dire che il gatto sia uno stacanovista? Anche in campagna la sua attività preferita è quella di poltrire, di godersi il fresco dei rifugi o il sole, a seconda dell’umore e delle condizioni stagionali. Anche quando è impegnato nella caccia, il più agile e scaltro dei gatti si fa sfuggire l’ottanta per cento dei volatili e la metà dei topi sui quali aveva puntato la sua attenzione. Cacciatore mediocre? Niente affatto: il mondo naturale non conosce un killer infallibile e le percentuali di successo vantate dal micio possono venire considerate di tutto rispetto.

Rudi ma affettuosi, liberi ma fedeli all’uomo. I gatti di campagna godono spesso di una vita che i mici di città certo invidierebbero. Un’esistenza ancora basata su un contratto stipulato migliaia di anni fa con il genere umano: io caccerò il topo per te, e tu…

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