Un nemico invisibile il granuloma eosinofilico felino

Il Complesso del Granuloma Eosinofilico felino è una patologia dal nome complicato, ma molto frequente e complessa.

A cura del Dott. SERGIO CANELLO Fondatore e Responsabile
Dipartimento Ricerca e Sviluppo SANYpet – FORZA10
Medico veterinario ed esperto internazionale in patologie di origine alimentare

Il Granuloma Eosinofilico Felino malattia sconosciuta

Nonostante il meccanismo con cui si sviluppa sia simile a quello delle comuni allergie, la causa di questa malattia è ancora sconosciuta. Sappiamo però che si tratta di una patologia immuno-mediata, in cui il sistema immunitario provoca una risposta anomala a una sostanza estranea, che determina diverse reazioni in svariate aree dell’organismo (come cute, labbra, cavo orale). Il Granuloma Eosinofilico felino deve il suo nome alla
presenza nelle lesioni cutanee di numerosi eosinofili, cellule del sistema immunitario coinvolte generalmente nelle forme allergiche. Ma analizziamo ogni aspetto con la dovuta cura.

Malfunzionamento

Ma cos’è che causa questo malfunzionamento del sistema immunitario? L’arcano sta proprio qui e vi sono vari studi a tal proposito. La medicina veterinaria indica una predisposizione genetica di alcuni soggetti, ma non di specifiche razze. Tra le possibili cause vi è il contatto con allergeni introdotti per via alimentare, inalatoria (ambiente) o transcutanea (ectoparassiti). Non è invece stato definito un ruolo primario di batteri e virus come responsabili di questa malattia. Il quadro può tuttavia essere aggravato da infezioni secondarie, che debilitano il soggetto e lo rendono più vulnerabile.

Forme diverse

Generalmente le manifestazioni sono soprattutto a livello della cute, delle labbra e del cavo orale e possono essere di tre diversi tipi. Uno di questi è la placca, vale a dire una lesione che tende con il tempo a ulcerarsi, rendendo il problema più doloroso e più delicato nei confronti di infezioni secondarie. Questo tipo di forma si localizza maggiormente a livello di cosce e addome, causando al gatto molto prurito e istigandolo a leccarsi. Proprio questa sintomatologia peggiora la situazione, in quanto rompe la barriera cutanea e priva il gatto di una protezione contro le infezioni.

Ulcere e granulomi

Il secondo tipo, l’ulcera, non è dolorosa ed è una forma circoscritta solitamente a livello del cavo orale (labbra), dura al tatto. L’ulcera ha inoltre la tendenza a “sprofondare” nei tessuti. Il terzo tipo, il granuloma, si presenta come papula o placca ed è asintomatico, in quanto il gatto non si gratta. È possibile accorgersi del granuloma osservando il gatto con attenzione o accarezzandolo, perché noteremo sotto il pelo una lesione dalla conformazione lineare o in forma di nodulo.

Si localizza frequentemente nella parte posteriore delle cosce con conformazione dritta e a livello del mento come nodulo. Il granuloma, tuttavia, può formarsi in qualsiasi area del corpo e non è raro trovarlo su labbra, zampe e orecchie.

Gatto in primo piano colore grigio occhi spalancati bellissimi
Le manifestazioni si possono verificare a livello di cute, giunzioni muco-cutanee (come le labbra) e mucose (come l’interno del cavo orale) e presentano criticità sia nell’individuazione della causa che nella diagnosi.

Caccia al sintomo

Tutti i sintomi elencati sono però riconducibili anche ad altre malattie, non sussiste dunque quella che in medicina viene chiamata patognomia,
ovvero l’esatta corrispondenza tra sintomo e patologia. È dunque il veterinario al microscopio a riconoscere il complesso del Granuloma Eosinofilico felino.

In tutte le forme, inoltre, non ci sono associazioni di razza o età. Quindi, cosa notiamo nel nostro gatto quando è affetto dal complesso del Granuloma Eosinofilico felino? Alitosi e ipersalivazione a livello della bocca, ma anche un dimagrimento, in quanto il dolore in bocca porta Micio a mangiare meno rispetto al consueto. A proposito delle altre localizzazioni già abbiamo accennato: tendenza a sfregarsi e leccarsi in concomitanza delle zone colpite.

Alla radice del problema

Per combattere questa malattia, i veterinari prescrivono solitamente antibiotici e cortisone. Tuttavia, l’ideale per risolvere questa patologia, ma anche qualsiasi altro problema, è capire qual è la causa e agire su di essa. Ma il difficile è proprio questo. I veterinari ricorrono alla diagnosi differenziale, chiedendo una stretta collaborazione con il proprietario.

L’osservazione della cartella clinica del gatto e delle sue abitudini è fondamentale, ad esempio cosa mangia e quante volte sgarra con bocconcini fuori pasto o alimenti non adatti a lui. Tuttavia spesso si procede a tentativi, senza riuscire a vederci chiaro su cosa scateni questo problema di salute. 

Purtroppo, molteplici alimenti sono diventati veicoli delle più svariate molecole chimiche e farmacologiche utilizzate per aumentarne la produzione, e l’organismo reagisce con processi infiammatori cronici o forme immuno-mediate spesso considerate senza causa certa.

Gatto colore rosso e bianco si lecca la zampa
Il Complesso del Granuloma Eosinofilico felino è una patologia molto frequente, elencabile tra quelle di tipo infiammatorio e di natura immuno-mediata, ovvero tra le malattie che coinvolgono alcune cellule del sistema immunitario, in questo caso i granulociti eosinofili.

Residui tossici : “Il Dipartimento di Ricerca e Sviluppo SANYpet – FORZA10 -precisa il Dottor Sergio Canello – è da sempre focalizzato sullo studio delle
cause di queste patologie, ispirato dalla mia scoperta durante gli anni di
pratica veterinaria in clinica. 

Le farine di carne e osso da allevamento intensivo possono risultare contaminate dal residuo tossico di ossitetraciclina, antibiotico pressoché scomparso dagli allevamenti italiani, ma ancora largamente e legalmente utilizzato in molte parti del mondo nell’allevamento intensivo, specie di pollo e tacchino.”

Studi approfonditi

“Insieme ai miei collaboratori nell’azienda che ho fondato, FORZA10– continua Canello – abbiamo realizzato oltre 30 ricerche scientifiche in
collaborazione con Università, centri di ricerca e liberi professionisti,
pubblicandole su riviste scientifiche internazionali di prestigio, indagando e dimostrando gli effetti dei residui tossici dell’ossitetraciclina a carico dei
vari apparati, determinando una lista numerosissima di sintomi: diarrea
cronica, otite, alitosi, enterite, colite, dermatite, perdita di pelo, gengivite, congiuntivite, problemi osteoarticolari, di fertilità e di crescita,
disfunzioni del sistema immunitario e addirittura conseguenze sul comportamento con manifestazioni riconducibili all’ansia.”

Ingredienti puliti

“Un puzzle che si è composto anno dopo anno, tassello dopo
tassello, ricerca dopo ricerca. La risposta è sempre e solo una – conclude Canello -. Scegliendo ingredienti puliti, carni da allevamenti estensivi, oltre che l’utilizzo di piante medicinali e i corretti quantitativi di Omega3, si riporta l’organismo al suo naturale equilibrio, permettendogli di funzionare ed esistere così come è stato progettato secondo natura. In questo modo moltissime patologie regrediscono in breve tempo, tanto da far quasi gridare al miracolo.”

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