Ipertensione nel gatto

E’ ben noto quanto sia pericolosa l’ipertensione nelle persone, meno risaputo e il fatto che questa condizione puo colpire anche i gatti.

A cura della Dott.ssa Marta Avanzi Medico Veterinario
Castelfranco Veneto (TV) www.avanzimorivet.it

Nonostante nel gatto manchino i fattori predisponenti presenti nelle persone, quali stress, dieta troppo ricca di sale, fumo, depositi di colesterolo nelle arterie, l’ipertensione è frequente, soprattutto nei gatti anziani. 

L’aumento oltre i valori normali della pressione sanguigna è molto dannoso per l’organismo perché provoca la rottura delle arterie; queste ultime possono anche essere piccole e le emorragie passare inosservate, ma con il tempo i danni si accumulano e si fanno sentire.

Cecità improvvisa

Spesso sono colpite le piccole arterie della retina, causando cecità in modo improvviso o graduale. Un altro organo spesso coinvolto è il rene, che serve a depurare l’organismo dalle tossine. L’aumento della pressione sanguigna favorisce la formazione di coaguli che possono ostruire le arterie, comprese quelle del cervello, causando lesioni cerebrali mentre nel cuore, l’ipertensione causa diversi disturbi tra cui infarti e insufficienza cardiaca.

Le cause dell’ipertensione

Nel gatto possono esservi diverse malattie che inducono un aumento della pressione; tra queste le principali sono le malattie renali. Circa il 60% dei gatti con insufficienza renale è anche iperteso.

Nelle malattie renali spesso c’è anche perdita di proteine con le urine. Un semplice esame dell’urina che evidenzia la presenza di livelli eccessivi di proteine è utile, quindi, non solo per verificare la concomitante presenza di ipertensione ma anche per controllare la perdita proteica, un fattore che limita la durata e la qualità della vita.

Tiroide

Un’altra causa di ipertensione è una malattia della tiroide, l’ipertiroidismo. Quasi il 90% dei gatti ipertiroidei presenta un aumento della pressione sistemica. Fortunatamente esistono diversi trattamenti validi per curare l’ipertiroidismo felino. 

Negli animali è molto raro che l’ipertensione si verifichi senza che ci siano cause scatenanti, pertanto, se si diagnostica un aumento della pressione sanguigna, occorre sempre cercare la causa che l’ha provocata. Viceversa, se un gatto soffre di una malattia renale, di ipertiroidismo oppure ha un problema di cecità, si procede a controllare il valore della pressione.

Gatto bianco che si fa accarezzare
Circa il 60/ dei gatti con insufficienza renale e anche iperteso.

I sintomi dell’ipertensione nel gatto

I gatti con la pressione alta possono non avere sintomi evidenti (come nelle persone ipertese) ma con il tempo le lesioni portano a manifestazioni cliniche. In circa la metà dei gatti ipertesi il veterinario può osservare lesioni alla retina e cecità. 

A livello del cuore si hanno alterazioni del ritmo, soffi cardiaci e nei casi avanzati insufficienza cardiaca: il cuore non riesce a pompare adeguatamente il sangue e ciò causa tosse, respiro difficile e intolleranza all’esercizio. 

Le lesioni cerebrali possono essere molto varie, a seconda dell’area del cervello coinvolta, ad esempio convulsioni, paralisi, incoordinazione, deviazione della testa da un lato. Altri sintomi che possono accompagnare l’ipertensione sono: minor vivacità, dimagramento, vomito, sete e urinazione eccessiva.

Come si misura la pressione nei gatti?

Misurare la pressione arteriosa nei gatti è un po’ più complicato che nelle persone, ma il principio è lo stesso, impiegando una cuffia che viene gonfiata a livello di coda, piede o zampa anteriore. Invece dello stetoscopio, poco sensibile per le piccole arterie del gatto, si usa un dispositivo a ultrasuoni. 

È stato dimostrato che la pressione sanguigna nel gatto in genere rimane entro livelli normali nonostante l’agitazione dell’ambiente estraneo e della visita veterinaria. Per maggiore sicurezza, il veterinario effettua da 3 a 5 misurazioni in successione, in modo che il gatto si abitui alla procedura e il valore rilevato sia più corretto possibile.

Soluzioni

Accertato che il gatto ha la pressione alta, la prima cosa da fare è cercare eventuali cause. Ad esempio, se il gatto soffre di ipertiroidismo (identificabile con un esame del sangue per la valutazione degli ormoni tiroidei) la cura di questa malattia può far regredire l’ipertensione. In genere occorrerà però somministrare al gatto delle pastiglie per ridurre la
pressione.

Questi farmaci agiscono dilatando i vasi sanguigni in modo che il sangue abbia una pressione inferiore e possa scorrere più facilmente. Il farmaco usato più spesso nel gatto è l’amlodipina, che si somministra una volta al giorno. La cura dell’ipertensione va protratta per tutta la vita, se non è possibile eliminare la causa scatenante.

Negli animali è molto raro che l’ipertensione si verifichi senza che ci siano cause scatenanti, pertanto, se si diagnostica un aumento della pressione sanguigna, occorre sempre cercare la causa che l’ha provocata. 

Problema cronico

In caso di insufficienza renale è importante trattare anche
questa condizione. In genere si tratta di un problema cronico e progressivo, ma trattamenti appropriati possono aiutare a rallentarne il decorso. Se vi è perdita di proteine con le urine, si somministra un farmaco specifico che ne rallenta l’escrezione.

Anche la dieta è di fondamentale importanza per aiutare i reni malati. In commercio esistono diete specifiche per i gatti con insufficienza renale in cui la quantità e la qualità delle proteine è tale da minimizzare il lavoro dei reni e quindi le conseguenze negative della perdita proteica.

Monitoraggio e prognosi

Nel gatto a cui è stata diagnosticata l’ipertensione occorre monitorare regolarmente la pressione sanguigna, inizialmente dopo 7-10 giorni dall’inizio della terapia o da una modificazione del dosaggio, per valutare
l’efficacia dei farmaci. Successivamente la misurazione si effettua a intervalli di 1-4 mesi, secondo la gravità dell’ipertensione.

Nei casi gravi, ad esempio in cui vi è il distacco della retina, il monitoraggio va effettuato ogni 1-3 giorni. È necessario eseguire anche periodici esami del sangue per monitorare la funzionalità degli organi.

La prognosi dipende molto dalla gravità dell’ipertensione, dalla presenza di altre condizioni (ad esempio insufficienza renale) e dalla risposta alla terapia. Nei casi favorevoli il gatto può avere una buona qualità di vita per molti anni.

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