Cane e Gatto anziano la dieta della terza età

Il tempo vola, soprattutto quando si è in buona compagnia. E quale migliore dimostrazione di questa affermazione, se non lo speciale rapporto che si crea fra l’uomo e il suo amico a 4 zampe?

A cura della Dott.ssa SABRINA DOMINIO – Medico Veterinario

Sembra ieri che abbiamo portato a casa quel batuffolo indifeso e ora ci troviamo accanto un simpatico “nonnetto”, ancora pieno di voglia di vivere, ma con nuove esigenze e abitudini.

Quando possiamo parlare di “terza età” nei Pets?

Di norma, si definisce “anziano” un cagnolino di piccola taglia oltre i sette anni, mentre un soggetto di taglia grande o gigante invecchia addirittura un paio di anni prima. Il gatto, invece, diventa “senior” a partire dai sette anni, ma, come accade per i cani di piccola taglia, l’aspettativa di vita di questo animale può anche raggiungere i quindici-venti anni.

Non bisogna quindi vivere questa fase negativamente, perché con le giuste cure e una corretta alimentazione, potrete regalare a voi e al vostro amico peloso ancora tanti anni sereni.

Una lenta trasformazione

Il processo d’invecchiamento inizia già nel momento in cui la crescita è terminata, con piccoli e costanti cambiamenti, di cui nessuno ha la percezione, perché le trasformazioni avvengono in modo subclinico, ossia l’organismo non manifesta nulla esternamente.

I sintomi della vecchiaia si fanno evidenti quando le cellule non riescono più a compensare le mancanze delle loro compagne che hanno già smesso di funzionare, per cui l’organismo, da macchina perfetta che era, incomincia a “perdere qualche colpo”.

Tutto rallenta

Le articolazioni iniziano a diventare doloranti e il cuore “cambia ritmo”. Ecco che il vostro compagno di vita diventa più sedentario: dorme di più, trascorre meno tempo a giocare e inizia a mettere su qualche chiletto, complice anche il rallentamento del suo metabolismo, che non “brucia” le calorie come un tempo.

Gli animali anziani sono più suscettibili alle malattie infettive, a causa di un deficit del sistema immunitario, che non riesce più a difendere in modo efficiente l’organismo. L’intestino diventa più pigro e, oltre a non assimilare più in modo ineccepibile tutti i nutrienti, provoca spesso stitichezza.

Anche il cuore, instancabile motore dell’organismo e i reni, i filtri del corpo, possono perdere la loro proverbiale efficienza e creare non pochi problemi. Detto ciò, non dobbiamo scoraggiarci: come accennato, possiamo fare ancora molto per rendere felice e arzillo il nostro amico a quattro zampe, e la dieta può fare la differenza. Vediamo come.

L’invecchiamento è un processo inevitabile che colpisce qualsiasi essere vivente, ma può essere rallentato con qualche piccolo accorgimento.

Light… di qualità

Come detto, con gli anni il metabolismo subisce un fisiologico rallentamento, dovuto a mutazioni ormonali, associate alla riduzione della vivacità e dell’attività del nostro amico. Non possiamo più basare la sua dieta sullo stesso apporto energetico di un giovane, per cui dobbiamo scegliere un alimento con un minore contenuto calorico.

Questo non significa, come succedeva in passato, ridurre drasticamente l’apporto proteico, perché se da una parte si limita l’energia, dall’altra c’è il rischio di danneggiare altri apparati.

Le proteine, più che ridotte, vanno scelte con attenzione, preferendo alimenti che contengano carni disidratate o, meglio ancora, idrolizzate. In questo modo, apporteremo proteine di qualità, molto digeribili e ricche di amminoacidi essenziali.

Grassi “magri”

Un ragionamento analogo va fatto per i grassi. Se da un lato fanno aumentare di peso, dall’altro sono indispensabili e non vanno drasticamente ridotti. I lipidi, infatti, apportano i preziosi acidi grassi essenziali, permettono l’assorbimento delle vitamine liposolubili e garantiscono l’appetibilità dell’alimento.

Preferite gli oli vegetali, che sono quelli più completi dal punto di vista nutrizionale. L’integrazione con L-carnitina permette all’organismo di ottimizzare l’utilizzo dell’energia dell’alimento, garantendo il tono muscolare e del cuore e limitando i depositi adiposi.

Gli alimenti senior sono formulati per far fronte a possibili deficit di alcune vitamine idrosolubili e sali minerali. Parallelamente, il sodio, il fosforo e il calcio vengono diminuiti per evitare un superlavoro di reni e apparato cardiocircolatorio.

A tutta fibra

Il problema dell’intestino pigro si deve affrontare agli esordi, onde evitare spiacevoli episodi di costipazione. La strategia consiste nell’aumentare l’apporto di fibra della pappa, in modo da stimolare la motilità intestinale e l’equilibrio della sua flora batterica.

Non tutte le fibre sono uguali e lavorano allo stesso modo. Se non volete scegliere un alimento commerciale “senior” e preferite cucinare voi la pappa, affidatevi ai consigli di un medico veterinario nutrizionista.

Questione di…consistenza

Gli anziani spesso devono fare i conti con una bocca dalle condizioni un po’ precarie: tartaro, gengivite e denti mancanti sono all’ordine del giorno in un “nonnetto”. Queste condizioni, in fasi avanzate, potrebbero portare a problemi nella prensione e masticazione del cibo.

A tal proposito, scegliete alimenti secchi appositamente formulati, che, tra le altre caratteristiche, presentano crocchette più friabili. In alternativa, potete ammorbidire l’alimento in acqua tiepida o brodo insipido, oppure optare per un prodotto umido in scatola.

Qualche arma in più

Recenti studi hanno dimostrato come una dieta ricca di antiossidanti sia in grado di contrastare lo stress ossidativo, uno squilibrio metabolico che si verifica ogni volta che l’organismo non è in grado di contrastare l’aggressione dei radicali liberi dell’ossigeno, degli scarti del metabolismo cellulare che possono creare danni anche gravi alle cellule stesse e quindi ai vari organi.

Gli antiossidanti sono presenti in molti alimenti vegetali, come gli agrumi, il tè verde, l’uva e le bacche di goji. Alcuni alimenti commerciali di qualità contengono queste fonti di antiossidanti, mentre il “fai da te” è fortemente sconsigliato, perché solo gli esperti del settore conoscono le giuste quantità e le modalità per apportare questi preziosi nutrienti.

Per fare un esempio, l’uva è fortemente tossica per i nostri amici pelosi e porta a insufficienza renale acuta. I polifenoli antiossidanti in essa contenuti, quindi, vanno estratti e somministrati separatamente, altrimenti si rischiano gravi incidenti.

Un supporto per i più anziani

Alcuni vecchietti dimagriscono sensibilmente, soprattutto se affetti da qualche patologia concomitante. Le cause possono essere diverse: dolore nella masticazione, anoressia o problemi nell’assimilazione dei nutrienti.

Questo fenomeno colpisce principalmente i gatti, specialmente se affetti da una patologia renale. In questi casi, ancora di più, occorre scegliere un alimento digeribile e di qualità molto alta, per evitare pericolose carenze. L’appetibilità deve essere elevata, per incoraggiare il nostro amico a mangiare e superare i suoi deficit di senso del gusto e dell’olfatto.

Questa regola è fondamentale nel gatto che, per indole, spesso presenta un appetito capriccioso. Gli antiossidanti sono sostanze preziose che possono fare la differenza nel rallentare la progressione di molte malattie degenerative e addirittura dei tumori.

Nutrienti che fanno la differenza

L’organismo di un animale anziano perde con più facilità alcune vitamine idrosolubili e sali minerali, in quanto i reni non filtrano e riassorbono queste sostanze con la stessa efficienza di un giovane, e ne eliminano troppe con le urine.

A questo proposito, gli alimenti senior sono già formulati per far fronte a questi deficit. Parallelamente, il sodio, il fosforo e il calcio vengono preventivamente diminuiti, per evitare un superlavoro di reni e apparato cardiocircolatorio. Infine, quasi sempre i migliori prodotti contengono condroprotettori, per aiutare le articolazioni a contrastare il processo degenerativo (artrosi) che spesso affligge i soggetti di grossa taglia avanti con gli anni.

Mente brillante

Altro aspetto da non sottovalutare è la degenerazione cerebrale che spesso colpisce i pet anziani. Come tutte le cellule, anche i neuroni cominciano a rallentare e ce ne accorgiamo da alcuni comportamenti insoliti del nostro amico. Qualche pipì in luoghi insospettabili, improvvisi vocalizzi notturni, lo sguardo assente: sono tutti segnali di invecchiamento cerebrale.

Prima di arrivare a questi stadi, potete fare molto in fase preventiva. Dai sette anni in su, iniziate a somministrare appositi integratori formulati a questo scopo. Gli studi confermano che, somministrati in casi precoci, possono rallentare sensibilmente i danni cerebrali dovuti all’invecchiamento.

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