Alimentazione in convalescenza di cane e gatto

Quando il vostro beniamino si ammala o quando deve subire un intervento chirurgico pensiamo sempre alla terapia farmacologica e/o chirurgica, mentre spesso il problema alimentare viene messo da parte.

a cura Dott.ssa Sabrina Dominio -Medico Veterinario-

Una dieta appositamente studiata per i soggetti convalescenti è invece in grado di accelerarne la guarigione, migliorando la risposta del sistema immunitario e stimolando la riparazione di organi e tessuti.

Malnutrizione cane e gatto

Questo termine viene utilizzato per definire un prolungato squilibrio dei principi nutritivi, in particolar modo di calorie, proteine, vitamine e minerali, dovuto a molteplici cause.

Le più comuni sono l’anoressia, ovvero la mancanza d’appetito che spinge l’animale e mangiare meno, oppure un alterato metabolismo, che impedisce all’organismo di assimilare correttamente i nutrienti. Come porre rimedio a questa situazione?

Alimentazione spontanea

Il modo migliore per far riprendere il nostro beniamino è quello di incoraggiare l’animale a mangiare da solo, rendendo più appetibile il suo cibo. In questo modo, specialmente se parliamo del gatto, provocheremo il minor stress possibile e gli permetteremo di ristabilirsi più in fretta. Alcuni trucchi per incoraggiarlo a mangiare consistono nell’intiepidire la pappa, somministrandola alla temperatura di 37-38 gradi. In alternativa possiamo aggiungere del brodino di pollo senza sale.

L’importanza del latte in polvere

Un altro trucco che pochi conoscono è l’utilizzo del latte in polvere per cuccioli e gattini: si tratta di un alimento energetico, ricco di grassi e proteine ed estremamente appetibile. Inoltre, essendo formulato per il delicato apparato digerente dei piccoli in pre-svezzamento, risulta anche altamente digeribile e ricco di fattori nutritivi atti a stimolare il sistema immunitario: la sua forma fisica, oltretutto, ne permette svariati utilizzi.

Potremmo ad esempio spolverizzarlo sull’alimento abituale, come se condiste la pappa con il parmigiano. In questo caso, l’effetto è soprattutto quello di rendere il cibo più appetibile. Se invece volete preparare una pappa ricostituente, stemperate il latte in polvere in un po’ di acqua tiepida e preparate una crema abbastanza densa.

Mescolate poi il tutto all’alimento umido ed avrete creato un prodotto appetibile ma anche molto nutriente. Naturalmente si tratta di una dieta di emergenza che va limitata al periodo di convalescenza perché, a lungo andare, essa rischierebbe di affaticare gli organi coinvolti nel metabolismo: diciamo che il tempo ideale di somministrazione è al massimo una settimana.

Quando invogliarlo non basta

Per quanto sia appetibile la pappa, qualche volta il paziente a quattro zampe non vuole proprio saperne di mangiare, oppure non riesce ad assumere le quantità necessarie di alimento. Il metodo migliore per aiutarlo consiste nell’inserire la pappa (necessariamente liquida o cremosa) in una siringa senza ago.

Nel gatto il beccuccio della siringa andrà inserito fra gli incisivi, mentre nel cane il punto migliore per la somministrazione si trova a livello degli angoli della bocca.

Questi accorgimenti sono essenziali, in quanto una somministrazione errata potrebbe spingere il cibo in trachea, anziché nell’esofago, provocando problemi respiratori anche mortali, come la polmonite ab ingestis. Se avete qualche dubbio, rivolgetevi al vostro veterinario di fiducia.

In casi particolarmente gravi di denutrizione è opportuno ricoverare il paziente debilitato presso una clinica veterinaria ben attrezzata, dove il nostro amico verrà alimentato tramite specifici cateteri inseriti o a livello gastrointestinale o nel sistema circolatorio, cioè attraverso la cosiddetta nutrizione enterale o parenterale.

Perché questa terapia nutrizionale abbia un buon margine di successo, è essenziale che venga iniziata entro ventiquattro ore dalla diagnosi dello stato di denutrizione.

Attenzione ai liquidi

Se il vostro beniamino si alimenta spontaneamente, sarà sufficiente lasciare a sua disposizione una ciotola di acqua sempre fresca e pulita e magari incoraggiare l’assunzione di liquidi somministrando alimenti umidi o brodini per prevenire o curare uno stato di disidratazione. In caso contrario, si potranno infondere liquidi tramite fleboclisi, naturalmente sotto la stretta sorveglianza del vostro veterinario di fiducia.

Non troppi grassi

Fate attenzione all’apporto dei grassi, che non deve mai superare il 30% dell’energia totale. Alcuni soggetti, a causa della loro patologia, potrebbero infatti non tollerarne un apporto massiccio e rischieremmo di aggravare il loro stato di salute.

Più calorie

L’apporto calorico dell’alimento scelto durante la convalescenza deve essere molto elevato, per permettere di raggiungere il fabbisogno energetico somministrando piccoli volumi, in modo da non aggravare lo stato di inappetenza del paziente e da non affaticare la digestione. Il metodo più semplice per incrementare l’apporto energetico della dieta è quello di utilizzare un mangime specifico umido, oppure, come detto sopra, aggiungere del latte in polvere alla pappa.

La strada migliore

La dieta ideale perché fido e micio ritornino presto in salute consiste nell’utilizzare prodotti il cui apporto calorico derivi principalmente da proteine estremamente digeribili e di elevato valore biologico. Ancora più efficaci sono i prodotti idrolizzati, ossia contenenti proteine già predigerite, sotto forma di amminoacidi.

I nucleotidi infine sono costituenti del DNA, ossia della mappa genetica di qualsiasi organismo. Alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione dietetica con questi nutrienti stimola il funzionamento del sistema immunitario. Essi sono contenuti nella carne e nel lievito di birra e, in genere, i prodotti studiati appositamente per i soggetti in convalescenza vengono addizionati con questi fattori nutritivi.

La disidratazione, cioè la carenza di liquidi nell’organismo, è in grado di aggravare sensibilmente la sintomatologia del paziente debilitato.

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