L’arrivo di un cucciolo in famiglia

Quando arriva un cucciolo di cane in famiglia, diventa
importante per­mettergli da subito un corretto inserimento.

A cura di Pierluigi Raffo http://www.edizionilpuntodincontro.it/autori/pierluigi-raffo?3tK=12 Edizioni Punto d’Incontro

Ecco che quindi dobbiamo porre attenzione alle routine quotidiane che daremo al nuovo compagno, individuando da subito alcune priorità:

  • valutazione dello spazio da lasciare a
    disposizione quotidia­namente;
  • valutazione del posizionamento del giaciglio;
  • valutazione dei tempi di esplorazione e
    inserimento.

Mi presento sono il cane: http://www.edizionilpuntodincontro.it/libri/a-ognuno-la-sua-cuccia?3tK=12 

Dopodiché possiamo tranquillamente definire le routine quoti­diane, che saranno:

  • numero di uscite per i bisogni: un cucciolo, a differenza di un adulto, non riesce a trattenere a lungo le minzioni e quindi dovrà uscire più spesso, magari per minor tempo, ma costan­temente e possibilmente sempre alla stessa ora. Esisteranno eccezioni pratiche dovute alle evidenze manifestate, che ri­chiederanno magari uscite aggiuntive. Sarà importante deci­dere da subito come abituare il cucciolo a emettere le minzioni fuori casa, come gratificarlo quando attua il comportamento desiderato (si può decidere di utilizzare una gratifica sociale come la carezza o il “bravo” detto con la voce, ma anche una gratifica alimentare).
  • La cosa sicuramente più importante non è come, ma quando. Appena il cucciolo ha finito di fare i suoi bisogni, provvederemo a gratificarlo. D’altra parte non dob­biamo pensare di sgridare o punire il cucciolo quando, differentemente dalle nostre aspettative, farà i biso­gni in casa. Servirebbe solo a creare conflitti relazionali, anche perché un cucciolo che sporca in casa sicuramente lo avrà fat­to per giuste
    ragioni;
  • l’orario della somministrazione dei pasti è un altro dei punti importanti. Infatti, dovremo cercare di essere regolari; ciò non vuol dire che non potremo sgarrare per cause di forza mag­giore, ma solo che più saremo precisi più il cucciolo avrà delle abitudini stabili;

Evviva, si mastica!: http://www.edizionilpuntodincontro.it/libri/evviva-si-mastica?3tK=12

  • le attività che andremo a proporre al cucciolo saranno di due tipi, ossia attività di relazione e attività individuali. Se consi­deriamo come permettere al cucciolo di vivere correttamen­te la fase del distacco e imparare a gestirsi quando è da solo, dovremo valutare quali sono le sue vocazioni, cosa gli piace fare e come prende l’iniziativa. Valutando che cosa fargli fare quando sarà da solo potremmo introdurre e predisporre
  • delle attività di ricerca olfattiva, lasciando del cibo sparso da cer­care, delle attività perlustrative permettendogli di perlustrare spazi, superfici o oggetti, lasciando magari un rinforzo o una marcatura che permetta al cucciolo di portarsi a casa il piace­re e il successo dell’esperienza.
  • Potremmo proporgli attività di masticazione utilizzando dei prodotti naturali di giusta densi­tà, che lo appaghino e lo portino a un successo (ricordiamoci tuttavia che masticare qualcosa di troppo duro a volte manda in frustrazione il cucciolo, oltre a produrre una sensazione di dolore se siamo nell’età del cambio della dentizione, ossia dal terzo al sesto mese). Le attività di masticazione dovrebbero impegnare il cucciolo per almeno un’ora al giorno sino ai quattro mesi, per poi arrivare in età adolescenziale ad almeno due ore al giorno.
  • Si potrà introdurre l’utilizzo del Kong (gioco di attivazione mentale disponibile in tutti i negozi per animali), che potrà essere riempito con crocchette, alimento umido e/o ricotta. Questo gioco individuale va dapprima presentato in nostra presenza e successivamente lasciato quando si esce, perché il cucciolo possa passare del tempo svolgendo un’at­tività appagante e rilassante, orientando al contempo l’uso della bocca su un target prestabilito e non su eventuali altri oggetti quali divani, sedie, scarpe, telecomando ecc. Il Kong potrà esse­re utilizzato anche come segnale di ritualizzazione dell’uscita da casa, come oggetto di appagamento della frustrazione lega­ta alle prime fasi del distacco.

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