Le case delle farfalle

Ci sono dei posti speciali chiamati le case delle farfalle, dove vengono ospitate, nutrite e osservate con amore e rispetto.

a cura di ANGELICA D’AGLIANO 

Le Case delle Farfalle

In Italia stanno riscuotendo un successo sempre più grande, anche in relazione al movimento mondiale che si è sviluppato negli ultimi anni a favore di questi insetti, considerati estremamente delicati e “soggetti a gravi crisi ecologiche”. Nate sulla scia della Butterfly Arc, la prima struttura di questo genere fondata in Italia dall’entomologo Enzo Moretto, le case delle farfalle si articolano per lo più in percorsi di grande interesse naturalistico.

Spesso il cuore pulsante di queste strutture è una serra che permette di ospitare specie tropicali anche alle nostre latitudini. In pochi metri quadrati ecco che si possono creare dei piccoli scorci dove rivive tutta l’incontaminata bellezza dell’Africa, dell’America, dell’Asia e dell’Australia tropicale.

Questo permette a qualsiasi cittadino di godere dello spettacolo unico di osservare dal vivo centinaia e centinaia di stupende farfalle, dalle dimensioni sorprendenti e dai colori indimenticabili, volare libere e indisturbate da una pianta all’altra.

Alla base della produzione della seta c’è il bruco della farfalla Bombyx mori.

Questa specie è originaria della Cina settentrionale. La sua larva ha la particolarità di nutrirsi solo di foglie di gelso. Se la metamorfosi raggiunge il suo compimento il bruco nel bozzolo si trasforma in falena e esce tagliando i fili di seta dentro ai quali, sotto forma di bozzolo, aveva passato il suo stadio di crisalide. Per evitare che l’insetto danneggi la seta tagliandola, lo si uccide gettandolo nell’acqua bollente. Alcune popolazioni usano mangiare i bruchi morti dopo averli estratti. dal bozzolo.

In Italia esistono moltissime case delle farfalle dove è possibile osservarle. Alcune case delle farfalle più famose e amate sono la Butterfly Arc, a Montegrotto Terme; la Butterfly House di Collodi, in Toscana, a pochi km da Lucca e da Pistoia; La Casa delle Farfalle di Milano Marittima, in provincia di Ravenna.

SOS farfalle

È il primo al mondo ad aver inventato la tecnica di “trapianto dell’ala” per salvare le farfalle che non possono più volare. E inoltre è l’ideatore delle case delle farfalle. Si chiama Enzo Moretto, naturalista ed entomologo, nonché  fondatore della Butterfly Arc (a Montegrotto Terme). L’idea dell’innesto dell’ala per salvare le farfalle ferite da una morte certa, fu introdotta da Moretto nel lontano 1994, quando al Butterfly Arc giunse una coppia di crisalidi Pharmacophagus (Parides) antenor del Madagascar, specie molto bella a vedersi e dalle dimensioni davvero sorprendenti.

Purtroppo subito dopo aver sfarfallato uno dei due esemplari si spezzò irrimediabilmente un’ala. Il povero animale sembrava condannato a una morte certa quanto ingiusta. Per questo Moretto decise di tentare una cosa che non era mai stata fatta prima, vale a dire di prendere un’ala di un esemplare morto della stessa specie (appartenente alla sua collezione) e di trapiantarla sul moncone di quella viva.

L’operazione, che per l’insetto è assolutamente indolore in quanto queste appendici non sono vitali o vascolarizzate, ebbe pieno successo e permise all’animale di volare libero per oltre un mese. Un risultato sbalorditivo, se si pensa che la vita media in natura di questi insetti è più o meno di una o due settimane!

La suddivisione tra farfalle e falene è un antico criterio distintivo basato sulla forma delle antenne. Le farfalle avrebbero le antenne “clavate”, le falene invece presenterebbero una quantità di forme diverse (antenne filiformi, a bastoncello e via discorrendo). Questa suddivisione “volgare”, però, non è accettata dal mondo scientifico. 

la casa delle farfalle

A casa con le Papilio 

La farfalle Papilio (e cioè P. polytes, P. rumanzovia, P. memnon, P. demoleus e specie affini) provengono dall’Asia tropicale e per le loro caratteristiche si prestano assai bene a essere allevate in casa. Le uova sono sferiche e piuttosto piccole, di colore giallo. Queste schiudono dopo circa una settimana dalla loro deposizione, purché siano conservate a una temperatura non più bassa di 15 gradi.

Tenetele dentro un contenitore, vanno bene sia quelli di plastica sia quelli di vetro, che avrete cura di tappare con un po’ di cotone o della carta. Vi accorgerete quando la schiusa si avvicina perché un paio di giorni prima della nascita dei bruchi le uova tenderanno a scurirsi.

Per l’allevamento avrete bisogno di una o più piante nutrici, che nel nostro caso possono essere agrumi come il limone o l’arancio. Subito dopo la nascita si depongono le larve sulla pianta, senza usare le mani, perché i piccoli sono molto delicati in questa fase. Per eseguire l’operazione ci si può servire di un pennellino.

A quel punto i bruchi penseranno da soli alla loro sopravvivenza! L’unico accorgimento richiesto è di non toccare troppo gli animali perché attraverso le nostre mani possiamo trasmettere involontariamente delle malattie.

Dopo circa un mese potremo assistere a una delle fasi più emozionanti per qualsiasi entomologo (ma anche entomofilo!), vale a dire alla metamorfosi degli insetti immaturi in splendide farfalle adulte. Una volta raggiunte le sue massime dimensioni, il bruco si ancora a una foglia o a un rametto e lì si trasforma in crisalide.

Il loro ciclo vitale è composto di quattro diverse fasi: uovo, larva o bruco, pupa o crisalide e infine l’adulto, detto anche immagine.

La forma e il colore dell’animale cambiano radicalmente. Adesso è immobile e sembra quasi una parte della pianta alla quale si è ancorato con dei robusti filamenti di seta prodotti da lui stesso grazie a delle particolari ghiandole. In realtà dentro quel bozzolo i suoi organi si stanno trasformando e stanno assumendo la conformazione tipica dello stadio adulto.

In questo periodo l’umidità dell’ambiente ha un’importanza cruciale. Questa non deve mai scendere sotto il 60 per cento, se vogliamo che la metamorfosi abbia successo. Per questo la cosa migliore da fare è disporre i rami con le crisalidi in un contenitore assieme a una fonte di umidità, come un sottovaso pieno d’acqua.

Se avremo condotto correttamente questa operazione dopo circa due settimane, come una magia, dalla vecchia pelle vedremo emergere tutta la bellezza degli esemplari adulti. 

Conosciamole meglio

Le farfalle e le falene appartengono all’ordine dei Lepidotteri, che annovera in tutto qualcosa come 165mila specie. La parola lepidotteri significa letteralmente “ali con le scaglie”. Questo perché il corpo e le ali di questi insetti sono rivestiti da minuscole scaglie che determinano, tra l’altro, la colorazione degli animali.

Il cibo preferito delle farfalle sono tutti i liquidi zuccherini, e in particolare il nettare. Per nutrirsi di questo alimento hanno sviluppato una “bocca” particolare, chiamata dagli esperti spiritromba, che non è altro che una specie di lunga proboscide che serve a succhiare i liquidi nutritivi.

A riposo la spiritromba si arrotola a spirale sotto il capo dell’insetto. In tutta Italia esistono circa 200 specie di Lepidotteri, tra farfalle e falene, più un altro centinaio di specie il cui areale di diffusione tocca anche paesi confinanti con il nostro. Fra le aree più amate dalle farfalle italiane ci sono la zona sardo-corsa e dell’arcipelago toscano, l’Appennino centrale e meridionale, le Alpi liguri e marittime, e la pianura padano-veneta.

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