Osteoartrite del gatto

Agilità, elasticità e flessibilità sono le caratteristiche tipiche del movimento dei felini, e il gatto domestico non fa eccezione.

Dott. Mauro Bigliati – Medico Veterinario

Anche i gatti soffrono di osteoartrite

Giochi, salti, evoluzioni, a volte vere e proprie acrobazie, costituiscono la quotidiana attività fisica di un gatto in buona salute, anche se in età avanzata. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, purtroppo anche questo splendido animale può essere affetto da malattie dell’apparato locomotore, in particolare di quelle forme degenerative e infiammatorie delle articolazioni conosciute sotto il nome di “osteoartrite”.

Studi scientifici recenti indicano infatti che l’osteoartite colpisce con percentuali significativamente alte non solo il cane, ma anche il gatto, specialmente se anziano e/o obeso; in questa specie animale il differente modo di manifestare il dolore e il diverso tipo di attività fisica che normalmente ne contraddistingue la vita quotidiana, rendono più difficile la diagnosi della malattia. Un gatto anziano che gioca meno, dorme di più, tende a muoversi in casa con minore agilità, potrebbe essere affetto da osteoartrite!

Cos’è l’Osteoartrite e come si manifesta nel gatto?

L’osteoartrite è una progressiva degenerazione delle cartilagini delle articolazioni che può colpire gatti adulti o anziani, specialmente se in sovrappeso. Solo nel Maine Coon e nelle razze o incroci imparentati con questa razza, l’osteoartrite può manifestarsi precocemente, anche nei soggetti giovani, a causa di una specifica predisposizione genetica, simile a quella riscontrabile in alcune razze di cani come il Labrador.

Nel gatto i sintomi di osteoartrite sono meno definiti ed evidenti rispetto al cane: raramente si manifesta zoppia o dolorabilità a livello dell’articolazione interessata. Più spesso si osservano riluttanza a saltare e riduzione dell’altezza dei salti, una tendenza maggiore al riposo e una minore voglia di giocare. Le zone più frequentemente colpite sono anca, spalla e regione lombo-sacrale.

La diagnosi precisa richiede la conferma radiologica. L’osteoartrite si caratterizza inizialmente con il progressivo assottigliamento della cartilagine che riveste l’ articolazione, che perde progressivamente consistenza, si frammenta e si fessura, fino alla sua scomparsa. Viene così ad essere interessato anche l’osso sottostante, che nel tempo reagisce con la comparsa di aree di addensamento alternate ad aree dove l’osso perde di consistenza e di compattezza (definite di osteolisi).

Questi fenomeni tipicamente degenerativi si associano fin dall’inizio alla presenza di alterazioni infiammatorie del liquido sinoviale presente all’interno dell’articolazione e ispessimenti e infiammazioni della membrana che racchiude a manicotto tutta l’articolazione (capsula sinoviale).

O Come si può curare l’Osteoartrite del gatto?

Anche per il gatto, come per il cane, la “condroprotezione” è una fase fondamentale nella prevenzione e nel rallentamento dell’osteoartrite.
Ci si avvale della condroprotezione per proteggere le cellule cartilaginee (condrociti) dalla degenerazione cui esse vanno inevitabilmente incontro in caso di osteoartrite; si stimola tale attività sostanzialmente potenziando i meccanismi fisiologici di riparazione della cartilagine articolare, e ciò grazie all’utilizzo di sostanze di origine naturale dotate di specifiche attività protettive e rigenerative sulla cartilagine.

Tutti gli altri trattamenti che si utilizzano nei cani osteoartrosici, ovvero sia la riduzione del peso corporeo, la fisioterapia e l’utilizzo di farmaci antiinfiammatori, nel gatto sono scarsamente applicabili.

In particolare le terapie farmacologiche antiinfiammatorie nel gatto possono più facilmente determinare effetti collaterali pericolosi, per cui tali farmaci devono essere utilizzati nel gatto con estrema cautela e per periodi molto brevi.

Quali condroprotettori utilizzare?

Non tutti i condroprotettori sono uguali, e questo deve essere tenuto presente sia per la scelta dei principi attivi in base al loro assorbimento e alla loro efficacia, sia in base all’utilizzo pratico che di queste sostanze si deve fare. Glucosamina e condroitin solfato sono i più utilizzati, sia in campo veterinario sia in campo umano.

Tra i molti prodotti disponibili in commercio, pochi però dichiarano la concentrazione e la purezza di questi principi attivi; ancora meno sono quelli che riportano evidenti prove scientifiche di efficacia e tollerabilità, specialmente nel gatto.

Per questa specie, nella quale l’appetibilità dei farmaci per bocca è sempre molto scarsa, la scelta di un condroprotettore specifico e appositamente testato è praticamente d’obbligo, e rappresenta l’unico modo per effettuare una condroprotezione efficace e prolungata nel tempo.

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