Un gatto domestico deve uscire di casa o no?

Nel corso dei secoli il gatto si è evoluto da predatore semiselvatico a compagno dell’uomo, da questi accudito e nutrito.

A cura di Dott.ssa SILVIA DIODATI – Medico Veterinario

Il gatto domestico è meglio farlo uscire di casa o no?

Ciò ha comportato una serie di importanti cambiamenti nella determinazione del suo ambiente di vita, oltre che nel rapporto stesso con l’essere umano. La grande diffusione del micio come animale domestico ha fatto si che siano sempre più numerosi i felini che vivono esclusivamente fra le quattro mura domestiche.

Malgrado ciò molte persone sono convinte che un gatto non possa essere felice se non scorazza libero per i dintorni, siano essi di città o di campagna. Altri invece ritengono che se il micio esce di casa può andare incontro a molti e gravi pericoli, non tornando più indietro, perdendosi o morendo. La questione è controversa ed irrisolta ed il dibattito coinvolge da sempre tutti i gattofili.

Probabilmente non esiste una “ricetta” unica e la soluzione giusta dipende dalle situazioni particolari. In città, lasciare un gatto libero di girovagare tra le macchine vuol dire destinarlo a morte certa, mentre in campagna tenerlo chiuso in casa può essere una vera e propria tortura. Forse bisognerebbe far scegliere al gatto, lui saprebbe certamente cosa fare.

Dentro o fuori casa, ogni gatto ha il suo territorio, dove non gradisce intrusioni e le cui dimensioni dipendono da dove vive, da quanto viene nutrito e dal fatto che sia maschio o femmina. Anche all’interno dell’abitazione possiamo notare come il micio divida il suo territorio (malgrado sia ridotto) in zone distinte, proprio come fa la tigre in natura.

Zona di rifugio: cos’è?

Prima è la zona-rifugio, dove il gatto non ha paura di farsi avvicinare ed accarezzare (anche se non da tutti). Nessun altro gatto è ammesso. In questa zona il nostro micio torna per riposare e qui alleva i cuccioli.

Zona di passaggio di un gatto domestico

Esiste quindi una zona di passaggio (la strada, il giardino, le grondaie), le cui dimensioni possono andare dai 50 ai 100 metri. Qui sono sopportati saltuariamente altri felini ed il gatto si dimostra diffidente, a volte addirittura timoroso.

La zona di caccio di un gatto

La terza zona è quella detta “di caccia”, che ha un raggio di almeno mezzo chilometro per le femmine, maggiore per i maschi. In realtà questa zona è il resto del mondo, da esplorare e conquistare, poco sicuro e pericoloso, ma
sempre affascinante.

Anche la casa può essere un ambiente
infido per il gatto, sempre impegnato in nuove esplorazioni:

  • I nascondigli: il gatto ama nascondersi in posti bui e riparatati, infischiandosene se si tratta della lavatrice o del frigorifero di casa. Anche cassetti, armadi e scatoloni possono essere una tentazione pericolosa per il nostro micio.
  • I fili elettrici: tutti i fili elettrici presenti in casa vanno ben occultati, per evitare che il gatto, giocandoci, possa prendere una scossa elettrica.
  • I posti in alto: I gatti, si sa, amano arrampicarsi sui mobili, sulle credenze o in qualsiasi altro posto sopraelevato, dal quale avere una visione d’insieme dell’ambiente domestico. In tal caso, i danni maggiori possono aversi per gli eventuali soprammobili rotti o qualora il micio ami arrampicarsi alle belle tende del salotto…
  • I giocattoli improvvisati: spesso il gatto utilizza come giocattoli oggetti che hanno ben altra funzione. I gomitoli di lana, per esempio, nei quali può rimanere aggrovigliato, le pattumiere, nelle quali può cadere, la carta igienica del bagno, che può srotolare completamente.

I pericoli che un gatto domestico può incontrare all’aperto

Se un gatto esce di casa va incontro a molti pericoli, non solo in campagna, ma forse soprattutto in città:

Le automobili: i gatti attraversando la strada nei loro vagabondaggi, possono essere investiti. Inoltre molti gattini si nascondono nel vano motore di auto parcheggiate che, una volta in moto, possono trasportare lontano l’animale se non ferirlo e addirittura ucciderlo.

Le malattie: alcune gravi malattie contagiose possono colpire i nostri mici, come la leucemia felina, il virus dell’immunodeficienza felina e la peritonite infettiva, possono essere contratte dal contatto con altri gatti, soprattutto da quelli randagi, in particolare durante gli accoppiamenti o le liti fra maschi.

I cani: alcuni cani sono terribili “cacciatori” di gatti, alcuni addirittura incitati e premiati dai loro padroni.

I veleni: diserbanti, concimi chimici, topicidi e piante, sono alcuni dei pericoli più gravi che un gatto incontra girovagando libero per la campagna.

Come abituare un gatto domestico a non uscire

Se in precedenza il gatto di casa era abituato ad uscire, trasformarlo in un felino casalingo non è impresa facile. Prima di tutto è necessario offrirgli tutto ciò che può essergli utile per una vita comoda e tranquilla tra le quattro mura domestiche: cibo, acqua, giochi e soprattutto la nostra compagnia. Inoltre sarà necessario essere piuttosto risoluti e non lasciarsi commuovere da miagolii, che con il tempo diventeranno sempre più frequenti ed insistenti. Forniamogli l’erba gatta, facciamolo giocare e coccoliamolo ma soprattutto dovremo essere fermi e molto, molto pazienti.

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