Allergie e Intolleranze Alimentari di Cani e Gatti

Fino ai primi anni Settanta, diagnosticare un’allergia o un’intolleranza alimentare in un pet era un fatto raro per i veterinari. Inoltre, nella popolazione canina e felina dell’epoca le allergie o comparivano entro l’anno di vita o si poteva fare affidamento che il rischio fosse definitivamente scongiurato. Oggi, invece, queste problematiche non solo sono in costante aumento, ma coinvolgono esemplari di tutte le età.

A cura del Dott. Sergio Canello

A cura del Dott. Sergio Canello Fondatore e Responsabile Dipartimento
Ricerca e Sviluppo SANYpet – FORZA10 – Medico veterinario ed esperto
internazionale in patologie di origine alimentare

Cosa ha cambiato tanto radicalmente la situazione?

Escludiamo innanzitutto che queste patologie esistessero e, semplicemente, non venissero diagnosticate: la sintomatologia era ben chiara anche ai medici veterinari di allora. La risposta, evidentemente, va cercata altrove. Prima di andare a individuare i principali indiziati, però, è indispensabile fare chiarezza su cosa si intenda per allergia e per intolleranza alimentare.

Allergie

Il sistema immunitario è il meccanismo di allarme e difesa dell’organismo contro le aggressioni di germi, batteri, virus e sostanze estranee e nocive. Può succedere che il sistema immunitario finisca per riconoscere come nemiche anche le sostanze più banali.

Ed è proprio una reazione esagerata a provocare disturbi di tipo allergico come rinite, congiuntivite, tosse, asma, reazione allergica cutanea, prurito, disturbi gastrointestinali sino allo shock anafilattico, che può avere conseguenze drammatiche se non viene prontamente trattato.

Paradossalmente, la nostra principale arma di difesa ci si ritorce contro quando diventa troppo sensibile agli allergeni ambientali che sono ovunque intorno a noi: dagli acari della polvere alle graminacee, dai pollini in genere al latte e al glutine.

Intolleranze

Le intolleranze alimentari sono manifestazioni di difesa dell’organismo che, individuando come tossico un alimento o una sostanza con cui è venuto a contatto, scatena una serie di meccanismi per liberarsene al più presto o per distruggerlo, bruciandolo in quel suo “inceneritore” che è il processo infiammatorio.

L’organismo si libera direttamente della sostanza riconosciuta come tossica mediante il vomito, la diarrea, le secrezioni o la forfora. Altrimenti si manifesta l’infiammazione, che può riguardare qualsiasi organo, ma più facilmente cute e intestino.

Perché allergie e intolleranze sono diventate così frequenti

Quello che provoca le allergie e le intolleranze negli animali da compagnia non sono quasi mai gli allergeni o gli alimenti in sé, ma la componente chimica che accompagna tutto ciò che entra a contatto con i processi di produzione di massa.

Da un lato è innegabile che lo sviluppo tecnologico abbia aumentato in modo esponenziale la produzione e la disponibilità, a prezzi relativamente bassi, di beni di ogni genere, inclusi gli alimenti. Dall’altro, il rovescio della medaglia del benessere è la salute.

Diventa sempre più difficile, infatti, trovare cani o gatti che non convivano con uno o più processi infiammatori o non abbiano disturbi di varia natura in relazione a svariati alimenti.

Accumulo lento

Non si mette in dubbio l’esistenza di elementi chimici innocui, ma non è sempre semplice accertare quali siano, tenendo conto che entriamo in contatto con centinaia, forse migliaia di prodotti diversi e che, per la maggior parte di loro, l’eventuale effetto tossico è individuale e cumulativo.

In parole semplici, la sensibilizzazione è un accumulo di veleni lento che, da soggetto a soggetto, può richiedere mesi oppure anni prima che i sintomi si manifestino, rendendo minime le già basse probabilità di individuare il rapporto causa-effetto.

l Dipartimento Ricerca e Sviluppo SANYpet ha scoperto la principale causa di disturbi alimentari nei pet nella presenza di osso. Quest’ultimo, infatti, è l’organo in cui vanno a depositarsi i residui di sostanze chimiche e farmacologiche, incluse quelle più tossiche. Per questo è importante escludere l’osso dalla dieta, specialmente se proviene dall’allevamento intensivo

Attenti ai segnali

I sintomi più frequenti di allergia e intolleranza alimentare sono:

  • lacrimazione costante
  • formazione di cispe crostose all’angolo dell’occhio
  • congiuntivite cronica
  • otite ricorrente
  • desiderio esagerato d’erba
  • vomito notturno a digiuno
  • diarrea ricorrente o cronica
  • flatulenza insopportabile
  • leccamento costante di una zampa anteriore
  • prurito al collo e al fondo schiena
  • piaghe cutanee improvvise con prurito incontrollabile
  • forfora e caduta costante del pelo
  • pelo secco e opaco
  • infiammazione delle sacche anali.

La mossa risolutiva

Cosa fare quando il nostro pet mostra sintomi ricorrenti (vedi box: “Attenti ai segnali”) di allergia o di intolleranza alimentare? La prima mossa, e sicuramente la più risolutiva, consiste nell’allontanare la causa scatenante. Il primo consiglio è quello di escludere l’osso dalla dieta, anche quando sia presente tra gli ingredienti sotto forma di farina carnea, perché è proprio in
quest’organo che vanno a depositarsi i residui di sostanze chimiche e farmacologiche, incluse quelle più tossiche.

Luoghi incontaminati

Per andare sul sicuro il consiglio è quello di privilegiare le aziende italiane di fascia medio-alta, che fanno ricerca scientifica sulle patologie d’origine alimentare e utilizzano proteine alternative andandole a cercare in luoghi incontaminati, il più possibile lontano dall’inquinamento industriale.

Ma come fare a sapere se la scelta dell’alimento è stata corretta?

L’organismo di cani e gatti reagisce prima del nostro alla presenza di una sostanza tossica, sviluppando in poche ore uno o più dei sintomi descritti nel box. Se non compare alcuna reazione significa che con ogni probabilità avete scelto un alimento salutare per il vostro amico peloso.

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