L’Orinoco il signore silenzioso del Venezuela

Con i suoi 2100 km di lunghezza è il secondo bacino fluviale del Sud America: un gigantesco corso d’acqua che attraversa prima la Colombia e poi il Venezuela fino ad espandersi in un grande delta nell’Oceano Atlantico.

ALESSIO ARBUATTI – Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo, Laboratorio di Benessere animale

I pesci da fondo più comuni

Per quanto riguarda i pesci da fondo, è possibile optare per un piccolo branco di Corydoras aeneus, la specie più comune sul mercato, oppure scegliere la specie più piccola in natura, il Corydoras habrosus che raggiunge al massimo i 2,5 cm. Meno reperibili sono invece  C.septentrionalis, C.bondi e C.blochi.

Acido e scuro

Come tutti i grandi fiumi l’Orinoco non offre un unico ambiente naturale: infatti si va da situazioni con corrente veloce e cascate (tra queste il salto Angel, la cascata più alta del mondo) ad ambienti come quello dell’estuario, all’interno del quale penetra per molti chilometri acqua proveniente dall’Oceano Atlantico.

In linea generale, tuttavia, un acquario biotopo-Orinoco deve rispettare dei parametri precisi. L’acqua ha un pH acido e la durezza è bassa cosi come la conduttività (intorno ai 30 microsiemens/cm). Vasti tratti sono caratterizzati da una forte presenza di tannino ed acidi umici che possono essere aggiunti direttamente in vasca poiché in commercio vi sono vari prodotti che donano all’acqua la tipica ombratura scura degli estratti acidi. La temperatura in natura può raggiungere persino i 30 gradi.

In branco

Il fondo ideale è in sabbia amazzonica. Per quanto riguarda le piante la scelta è vasta: il Genere Vallisneria, di facile coltura, permette di creare zone riparate, unitamente agli esemplari del Genere Echinodorus. Una buona ossigenazione sarà fornita da piante quali Cabomba e Mayaca.

L’ittiofauna del fiume è vastissima e comprende centinaia di specie, molte delle quali non ancora commercializzate in acquariofilia. Tra le specie più ambite c’è lo Pterophyllum “red spot” orinoco, molto raro e probabilmente non ancora correttamente classificato, che si ipotizza possa essere una nuova specie o una variante dello Pterophyllum altum, di per se simile allo “Scalare”.

Tra i pesci più noti vi sono innanzitutto i piccoli Caracidi di branco come il “pesce Cardinale” Paracheirodon axelrodi che può essere ospitato in branchi molto cospicui. Ricordate che tutti i Caracidi sono pesci di branco e ciò va valutato bene prima di decidere quali e quanti immettere. Altri membri di questa famiglia comunemente acquistabili sono Hemmigrammus erythrozonus caratterizzato dalla tipica banda arancione che percorre il corpo in lunghezza, oppure gli inusuali “pesci accetta”.

Nonostante sia simile al rio delle Amazzoni, l’Orinoco ospita specie endemiche uniche, a volte meno conosciute, ma che non hanno nulla da invidiare dal punti di vista biologico alle loro simili amazzoniche.

 Ospiti speciali

I pesci da fondo sono molto numerosi e comprendono una gran varietà di specie del genere Corydoras, molto belle, resistenti e di facile riproduzione in acquario. I più famosi Ciclidi nani provengono da questo bacino, in primis il bellissimo Mikrogeophagus ramirezi, che forma coppie capaci di riprodursi in cattività.

Tra gli altri non vanno dimenticati il sopraccitato Pterophyllum altum, che può raggiungere i 20 cm di altezza ed i 15 di lunghezza, caratterizzato da una forma schiacciata e una piccola protuberanza in fronte, oppure l’amatissimo pesce oscar Astronotus ocellatus, consigliato, viste le grandi dimensioni, solamente in acquari monospecifici che permettano di dedicare almeno 150 litri netti ad individuo.

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