Come diventare veri acquariofili senza brutte sorprese

L’acquario permette di ricreare, all’interno dell’ambiente domestico, uno spaccato di natura nel quale gli organismi vegetali ed animali interagiscono tra loro; inoltre ha un effetto naturalmente rilassante per chi ammira i movimenti aggraziati e sinuosi degli organismi ospitati in vasca.

a cura Dr. Alessio Arbuatti Medico Veterinario

Acquario come allestirlo

Come succede per tutti gli hobby che coinvolgono animali, è necessario avere delle conoscenze di base sull’attività che intendiamo svolgere. Questo per garantire il benessere degli organismi ospitati ed avere allo stesso tempo una vasca che svolga correttamente il suo ruolo biologico ed estetico.

Può apparire strano, ma le vasche grandi sono più facili da gestire per un neofita rispetto a quelle piccole.

Col piede giusto

Chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’acquariofilia dovrà informarsi in rete e sulle riviste di settore per comprendere come partire “col piede giusto”.

Uno studio preventivo permette di farsi un’idea su cosa sia necessario per allestire e gestire un acquario. Il “primo acquario” è, preferibilmente, una vasca d’acqua dolce tropicale, ossia dotata di un termostato che scalda l’acqua.

Questa soluzione permette al neo acquariofilo di fare esperienza ed avere, allo stesso tempo, una corretta crescita degli organismi ospitati.

Grande è bello

Per iniziare l’avventura un buon acquario deve avere una capacità media di almeno 100 litri, essere dotato di due neon T8 o T5, di riflettori sotto il coperchio e un sistema di filtraggio preferibilmente esterno.

Nonostante possa apparire strano, le vasche di dimensioni troppo piccole sono più difficili da gestire per il neofita poiché richiedono una più costante cura dettata dal fatto che improvvise modificazioni dei parametri chimici e fisici dell’acqua possono portare a danni in minor tempo rispetto a ciò che succede con vasche di dimensioni maggiori.

Si comincia

Il momento dell’avvio è sempre emozionante ma deve essere condotto seguendo regole precise.L’acquario va posto lontano da finestre e dalla luce diretta del sole, meglio se in un posto che non si scalda troppo durante la stagione estiva, di non eccessivo passaggio ed il meno rumoroso possibile (i pesci sono animali sensibili).

Il fondo della vasca può essere riempito con uno strato di 5 centimetri di ghiaia policroma a grana fine mischiata con fertilizzante da fondo; altra soluzione può essere un substrato completo come i granuli di terra akadama, un composto unico che dona un effetto ottico naturale e una base per la radicazione delle piante. Le piante, croce e delizia di ogni neo acquariofilo, sono fondamentali per il corretto equilibrio in acquario: dunque no alle piante in plastica.

Acqua stagnante, no grazie

In commercio ci sono migliaia di varietà di piante estremamente resistenti, basta scegliere quelle più rustiche. Le specie consigliate tra le piante a lenta crescita sono le coriacee Anubias e le felci del Genere Microsorum (Felci di Giava) che possono essere legate a legni e rocce mantenendo le radici non interrate; tra quelle a crescita rapida le più rustiche sono le piante dei Generi Ceratophyllum, Rotala, Hygrophyla, ma anche la Cabomba caroliniana, le piccole Cryptocorine, nonché alcuni muschi.

Le piante vanno introdotte al momento dell’istallazione dell’acquario e devono essere posizionate in maniera tale che la loro crescita non interferisca con la corrente generata dalla pompa di ricircolo poiché in questo caso, qualora non si intervenga con semplici potature, si possono venire a formare zone di acqua stagnante.

Giardini subacquei

Un fotoperiodo di 8 ore ottenibile con lampade a spettro solare e fitostimolanti ed una fertilizzazione di base, valutata a secondo della crescita in vasca, permettono uno sviluppo vegetale rigoglioso ed una corretta strutturazione della vasca.

Tutte le piante traggono un notevole beneficio dall’utilizzo di un diffusore di anidride carbonica, componente ormai alla portata della tasca di ogni acquariofilo.

Questo impianto permette di ottenere, rispettando i corretti dosaggi del gas, degli splendidi giardini subacquei.

Dritti al cuore

Il filtro è il cuore dell’acquario: i sistemi, esterni o interni, permettono di ottenere una filtrazione meccanica e chimica in quanto negli appositi vani vengono posti in successione spugne con una diversa trama e piccoli cannolicchi forati in ceramica o in altri materiali che permettono l’attecchimento delle colonie batteriche.

Grazie a questi microorganismi si ottiene una corretta filtrazione biologica: essi possono essere acquistati, preferibilmente in forma liquida, nei negozi e devono essere inseriti in acqua il primo giorno di attivazione della vasca ed in seguito alle operazioni di cambio acqua e pulizia delle spugne.

I batteri sono utilissimi nel trasformare i prodotti chimici che derivano dall’attività di piante e pesci (ammoniaca e nitriti), in composti meno tossici (nitrati) che possono essere utilizzati dalle piante o rimossi con i cambi d’acqua.

Dulcis in fundo

Dopo l’avviamento dell’acquario si rende necessario un periodo di maturazione per permettere la crescita dei batteri che opereranno sulla chimica della vasca; dopo circa 30 giorni sarà possibile introdurre i pesci.

Il parametro fondamentale è quello di non eccedere nel numero di soggetti ospitati. In commercio sono presenti centinaia di specie, con diverse esigenze e necessità: il neo acquariofilo deve orientarsi su quelle più adattabili e semplici da gestire, come i Caracidi (es. pesci neon) o i prolifici Poecilidi; meglio sarà ospitare specie appartenenti ad una sola Famiglia, che mostrano esigenze simili.

Alghivori e “pulitori”

La scelta è sicuramente difficile e la voglia di eccedere nel numero dei pesci è uno dei principali problemi e cause d’insuccesso.

Spesso un semplice branco di piccoli pesci neon (Paracheroidon innesi) o di altri Caracidi, permette di unire un perfetto effetto scenico alla semplicità e bassi costi di gestione.

Per arricchire il nostro acquario potrà essere utile ospitare piccoli pesci che consumano i residui di cibo come i Corydoras e pesci alghivori come gli Ancistrus, che, a differenza dei molti pesci spesso venduti come “pulitori”, non raggiungono dimensioni ragguardevoli.

L’utilizzo di un’alimentazione in granuli di piccole dimensioni, somministrata in piccole dosi consumabili in pochi minuti, ed un cambio d’acqua settimanale del 15-20%, addizionata con un prodotto definito biocondizionatore, saranno il punto di partenza per iniziare una corretta gestione della vasca. 

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